Il parto, l'allattamento e lo svezzamento
E' finalmente arrivato il momento del parto! Atteso e temuto allo stesso tempo è il momento in cui il bambino immaginato diventa reale: una realizzazione enorme per la donna, piena di significati per la coppia che questo bambino ha voluto e atteso. La grandezza di questo evento è difficilmente comprensibile per chi non lo ha vissuto.
Se il neonato, dopo alcune ore di riposo, calma e tranquillità, viene avvicinato al seno della mamma e con molta delicatezza sfiorato sulla guancia dal capezzolo, girerà il viso verso la mammella e si attaccherà per prendere il latte....tepore, odore, morbidezza e lo scorrere del prezioso liquido che nutre non solo dal punto di vista alimentare. Perchè l'allattamento è sicuramente ripristinare il valore della glicemia quando diminuisce, ma non solo questo. E' rapporto del neonato con l'altro essere umano: la madre che nutre e che si relaziona con il proprio bambino in una relazione unica e complessa, che se valida permetterà a questo nuovo essere, assolutamente "im potente" non solo di sopravvivere alle difficoltà materiali, ma di crearsi con uno sforzo personale, dovuto alla propria vitalità, una identità umana che lo caratterizzerà nella sua unicità. Latte quindi ma non solo, e i grammi ingeriti sono poco importanti se a dare il seno è una donna che, all'apparenza ineccepibile nella cura, non riesce a relazionarsi con il suo bambino in modo umanamente valido. Bisogna insomma "esserci" con quella capacità di accoglienza che dovrebbe essere una caratteristica speciale del sesso femminile, fatta di adesione irrazionale ai bisogni e alle esigenze dell'altro, senza calcolo, con tutte le proprie emozioni senza schermi e senza schemi. Mai dire "non lo prendo in braccio, se no si vizia" "mi hanno detto di farlo piangere se no scambia la notte con il giorno" frasi senza senso , dettate da chi non ha rispetto per quell'essere umano inerme che non può difendere le proprie ragioni.
Il momento del divezzamento dal seno è un momento importante. Segna la seconda grande separazione della nostra vita: la prima dall'utero materno con il momento della nascita e questa a pochi mesi di vita dal seno materno o dal biberon, da quella intimità assoluta con la madre che lega nel momento della poppata il lattante a chi lo nutre. Separazione reciproca che avviene con facilità se nel periodo dell'allattamento il rapporto umano è stato pieno e soddisfacente. Infatti la curiosità del lattante fa si che davanti al colore, odore e aspetto di una tavola invitante con i cibi preparati, il bambino dai quattro, cinque mesi in poi, tenda la sua piccola mano (ormai è capace può intenzionalmente indirizzare il gesto) verso ciò che lo attrae. Certo la pappa non sempre è gradita come noi pensiamo che dovrebbe essere e sopratutto con le modalità di un provetto mangione, è importante che il momento del pasto sia un momento sereno per entrambi e se non mangia tutto.......il motivo può essere che la quantità che a noi sembra quella "giusta", in realtà non è quella che il bambino cerca. La cosa importante è non impostare il rapporto come se l'unico momento importante fosse il momento della pappa e come se tutte le nostre reciproche capacità comunicative si concentrassero nel cibo....non è così mai, neppure quando il neonato succhia il latte, figurarsi quando si avventura nella vita e nel mondo perchè l'allattamento è finito!